Parlare di vacanze oggi può essere ritenuto quasi una provocazione da alcune fasce di popolazione che vivono in condizioni molto disagiate sia perché non hanno un lavoro e sia perché svolgono un’attività precaria o sottopagata per cui di ferie garantite nemmeno a parlarne.
Però c’è anche, e meno male, chi ha la possibilità di partire per le vacanze in un qualunque periodo dell’anno. C’è chi sceglie la settimana bianca sulla neve, chi non rinuncia al mare estivo e chi preferisce i periodi delle feste canoniche come Pasqua e Natale, e non rinuncerebbero alla vacanza nemmeno se torturati. Infatti sono disposti a ricorrere persino a chiedere un prestito alle agenzie finanziarie che si sono attrezzate allo scopo, tant’è che nei periodi della vacanza ricorrente propongono dei pacchetti di prestiti associandoli direttamente ai luoghi di svago e di divertimento, così ci si dimentica che si sta andando a comprare dei soldi che si restituiranno poi a caro prezzo. Quello che conta è partire. Chiudere l’ufficio o il negozio, lasciare la fabbrica o lo studio e volare via, navigare oltre l’orizzonte, viaggiare in auto inerpicandosi per sentieri tortuosi. Dietro quell’ultimo angolo c’è la meta, il divertimento, l’oblio, il paradiso. Una volta sul posto è successo ad alcuni che il residence, il villaggio o l’albergo non l’hanno trovato o, per i più fortunati, esisteva ma aveva perso negli anni molte stelle come in una eterna notte di S. Lorenzo. “Io la denuncio”.. “lei non sa chi sono io..” e “rivoglio i miei soldi…” sono le classiche intimidazioni con le quali in questi casi si dà inizio alla vacanza. C’è chi decide di andare via per andare a sedersi direttamente su una sedia di uno studio legale, e chi invece decide di restare perché la necessità di tagliare i ponti con il lavoro, con i colleghi, con il traffico e con la routine di tutti i giorni, è troppo forte e prepotente. In genere chi decide di restare nonostante la potenziale truffa è la persona, la famiglia o il gruppo che più si è sacrificato per ritagliarsi un periodo di svago ed anche se si è finiti in una situazione per niente ideale ed inaspettata, si ha voglia di divertirsi. Si decide che, una volta lì, è meglio adattarsi e trovare gli spazi di un sorriso, conviene sempre reagire alle asperità ed alle asprezze della vita. In fondo è quello che si è imparato con i tanti sacrifici, le tante rinunce che hanno consentito di mettere da parte quel piccolo gruzzolo di denari che serviranno a comprare un tempo piccolo di felicità.
Carlo Ceresoli